Franca Viola una donna della D maiuscola una storia da ricordare e non dimenticare


Oggi, come ogni anno, abbiamo il dovere di ricordare questa donna straordinaria di nome Franca Viola.

Aveva 17 anni il giorno di Santo Stefano del 1965 quando Filippo Melodia, noto malavitoso e nipote di un capoclan, fece irruzione nella sua casa di Alcamo insieme a tredici giovani armati, che devastarono l'appartamento, pestarono a sangue la madre e rapirono Franca e il fratellino Mariano.

Il fratello lo lasciarono poche ore dopo. Franca no. Franca trascorrerà i successivi sette giorni segregata a letto, a digiuno, in stato di semi-incoscienza, insultata, saccheggiata, umiliata, e infine violentata da Melodia.

Quando, il 2 gennaio, fu rintracciata e liberata dalla polizia, Melodia dava per scontato che tutte le accuse sarebbero crollate con quello che allora era considerato la norma: il "matrimonio riparatore".

Ed è qui che la storia di Franca, e con lei quella di un intero Paese, cambierà per sempre. Franca rifiuta di sposarsi, sceglie di dichiararsi "svergognata" davanti all’opinione pubblica: non era mai accaduto prima.

Franca ha contro tutto e tutti: lo Stato italiano, la mafia, una società patriarcale e arcaica che la considera un incidente di percorso. Accanto a lei solo una persona: il padre Bernardo, che, contro ogni convenzione e a rischio della vita, decide di starle accanto e costituirsi parte civile al processo.

Ed è proprio durante quello storico processo che Franca Viola pronuncia queste parole indimenticabili:
“Io non sono proprietà di nessuno” disse. “Nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto. L'onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.

Dopo mesi di fango, insulti, minacce, intimidazioni di ogni genere, Melodia e i suoi complici vengono condannati a 11 anni di carcere. Franca ha vinto, sposa un altro uomo, si riappropria della propria vita, ma dovremo attendere altri 15 anni - il 1981 - perché il matrimonio riparatore e il delitto d'onore - grazie anche e soprattutto al suo coraggio e alla sua tenacia - spariscano dal codice penale.

Ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, quando Franca incontra per strada alcuni dei suoi carnefici, chinano il capo, incapaci di sostenere lo sguardo, la dignità incrollabile di questa grande donna. A cui tutti dobbiamo dire grazie. 
Lorenzo Tosa

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