Il Tribunale di Enna respinge la sorveglianza speciale per Giuseppe Camerino

Il tribunale di Enna ha rigettato l’istanza di sorveglianza speciale proposta a carico di Giuseppe Camerino (nella foto). Nonostante il provvedimento richiesto dalla Questura di Enna sia stato adeguatamente motivato il Tribunale non ha ritenuto sufficienti le motivazioni a ritenere Camerino un individuo socialmente pericoloso.

Giuseppe Camerino ha vinto la sua prima battaglia. Il Tribunale di Enna ha rigettato l’istanza avanzata dalla Questura di Enna di sottoporlo a misura di sorveglianza speciale. Nonostante la richiesta avanzata sia stata adeguatamente motivata il Tribunale di Enna non ha ritenuto sufficienti gli elementi per far scattare la sorveglianza speciale perché il soggetto non è ritenuto un individuo socialmente pericoloso. La decisone è stata comunicata a Giuseppe Camerino stamani. Lo stesso era stato solo una volta sottoposta a tale misura nel 1997 e da quell’anno non aveva avuto più problemi con la giustizia tranne negli ultimi cinque mesi quando ha ricevuto 5 denunce. Pare che le prime parole di Giuseppe Camerino siano state “giustizia è stata fatta”.Arrivano maggiori approfondimenti sulla vicenda relativa alla richiesta di sorveglianza speciale chiesta dalla Questura di Enna a danno di Giuseppe Camerino e rigettata dalla Procura della Repubblica di Enna. Nel provvedimento emesso dal collegio si legge che gli elementi indiziari acquisiti non consentono di dichiarare Camerino persona sottoponibile a misure di prevenzione così come stabilito dalla legge 1423 del 1956 all’articolo 1. Il provvedimento oltre a considerare i reati commessi da Camerino risalenti nel tempo e quindi inidonei a costituire indice inequivoco di pericolosità attuale parla anche delle note vicende che hanno visto protagonista Giuseppe Camerino lo scorso 13 agosto quando occupò, fino al 18 agosto, il tetto di Palazzo di Città. Nonostante per tali fatti il Camerino sia stato sottoposto a misura cautelare, con gli arresti domiciliari, e accertato che i fatti sono prova dell’indole turbolenta del Camerino tuttavia non appare indicativa di una particolare pericolosità. E sebbene nell’ordinanza si parla di minacce di omicidio il Camerino secondo il collegio non ha mai dato prova di voler fare male a qualcuno se non a se steso. L’aver poi minacciato via Internet che avrebbe dato vita ad una manifestazione analoga a quella del 13 settembre, se la sua richiesta di lavoro non fosse stata soddisfatta, non è stata ritenuta così allarmante per la pubblica autorità tale da giustificare la sottoposizione a misura di prevenzione. Giuseppe Camerino si dichiara soddisfatto e ha affermato che è pronto per un nuovo rapporto di fattiva collaborazione con le Forze dell’Ordine nel prossimo futuro essendo centrale, ancora, la sua lotta per il lavoro e per i disoccupati ed ha precisato che non ha nessun rancore ne tantomeno pregiudizio con della Polizia di Stato di Piazza Armerina.

Ultimo aggiornamento ( martedì 24 marzo 2009 ) Scritto da Guglielmo Bongiovanni

Commenti