Ancora arresti di proletari impegnati nella lotta concreta


VERONA (17 novembre) - La Digos di Verona ha arrestato due militanti della sinistra antagonista per aver picchiato, lo scorso, a luglio, un esponente di Forza Nuova.In manette P., e L.

I provvedimenti seguono le indagini coordinate dalla magistratura scaligera sul pestaggio, accaduto nella piscina di un complesso sportivo di Verona, di un ventunenne che lavorava come bagnino, appartenente a Forza Nuova e noto alla polizia per atti di violenza commessi in passato. Gli indagati, frequentando la piscina, avevano riconosciuto il giovane che, assieme ad altri militanti di Forza Nuova, li avevano aggrediti quattro anni prima.

I due hanno atteso che il giovane fosse solo in uno stanzino per picchiarlo con calci e pugni, sferrati anche dopo che era caduto sul pavimento, minacciandolo di morte. Le urla del bagnino e il soccorso da parte di alcuni dipendenti del centro sportivo ha evitato il peggio al giovane che subì lesioni gravi. Nonostante l'arrivo della polizia i due aggressori avevano atteso che il bagnino uscisse dalla struttura per aggredirlo di nuovo, azione non portata a termine per l'intervento degli agenti.

FIRENZE - Studenti in piazza... e sui binari
Cinquecento studenti manifestano alla stazione di Santa Maria Novella

Circa 500 studenti medi e appartenenti ai movimenti antagonisti hanno sfilato in centro partendo da piazza San Marco. All'improvviso il corteo ha cambiato percorso e si è diretto alla stazione passando da via San Gallo,via XXVII Aprile e via Nazionale.
Alla stazione i manifestanti hanno occupato due binari bloccando per circa 20 minuti due treni regionali che stavano per partire. Poi si sono diretti verso i viali fino a piazza Bambini e bambine di Beslan. Nel corteo molti cori contro le forze dell'ordine, il governo e i giornalisti. Alcuni cronisti sono stati insultati personalmente. I manifestanti sono stati tenuti sotto controllo a distanza dalle forze dell'ordine, Alla stazione sono stati intercettati dagli agenti del reparto celere in assetto antisommossa.

TORINO- Un corteo che c’è
È il primo pomeriggio di sabato, in corso Giulio Cesare. Improvvisamente si materializzano una cinquantina di manifestanti, armati di striscioni, volantini, megafono, manifesti e vernice. Bloccano l’incrocio e cominciano a parlare, a spiegare perché sono lì e perché protestano; intanto qualcuno oscura una telecamera di sorveglianza e si prepara ad accecare tutte quelle che troverà sul suo cammino. Poi partono per un lungo giro tra Borgo Dora e Porta Palazzo: è un vero e proprio piccolo corteo. La Celere non c’è, e neanche la Digos: per questo corteo nessuno ha chiesto l’autorizzazione, né è circolato alcun appello. Un corteo che c’è e basta, blocca il traffico e gira industurbato a Porta Palazzo fino nel centro del mercato e poi dentro a Borgo Dora. L’aria si riempie di discorsi e slogan, i muri di manifesti e scritte: contro le espulsioni, contro la violenza della polizia («Zelante come uno sbirro che uccide», recita uno degli striscioni), contro gli sgomberi, contro i razzisti della Lega e contro la “sorveglianza speciale”. Si parla molto dell’espulsione di Adel, ma anche della morte di Stefano Cucchi e dell’arresto in Grecia di Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos. Dopo un’oretta di strada, i manifestanti si disperdono. La volante che aveva seguito il corteo – lasciandosi depistare varie volte e senza mai osare avvicinarsi – rimane da sola. Solo dopo un po’ arriverà la Digos e si apposterà a sorvegliare il niente, tentando di digerire l’ennesimo smacco.

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