Per affermare la sua buonafede e per il pregiudizio giudiziario. La persecuzione politica continua.

 




Malgrado ci venga ripetuto che le carceri sono sovraffollate, Camerino Giuseppe si trova da più di 20 giorni in stato di detenzione, segno inequivocabile del pregiudizio che prevale sulla moralità e sul buon senso. Portato all'interno del carcere di Enna il 3 marzo in sciopero della fame, giorno 15 Marzo inizia quello della sete, arrivando a perdere 11kg, giornalmente idratato da flebo. Ma per quale motivo si trova in questa situazione, a dover continuare a lottare fino allo stremo? 


È doveroso fare qualche passo indietro a quando Camerino, portavoce di Resistenza in Movimento, aveva iniziato a riprendere la sua attività politica, recandosi nelle piazze con il suo camper ed un banchetto, portando avanti una raccolta firme per lo sblocco dei PUC e dando informazioni sul reddito di cittadinanza a chiunque avesse bisogno di delucidazioni. Le istituzioni vogliono un popolo ignorante e quello che faceva Camillino, ovvero informare, dava fastidio. Dopo poco tempo viene arrestato per la protesta sul tetto di 15 anni fa. È chiaro quindi  che tutto quello che lui ha fatto e sempre fa è cercare chiarezza da parte di chi governa e dare chiarezza al popolo, far sì che le cose vengano fatte in modo giusto. Durante questo arresto Camerino inizia uno sciopero del silenzio per far sì che la sua compagna, allora incinta ed adesso madre di due gemelli, potesse ricevere i suoi genitori, dato che il magistrato aveva deciso che essendo Giuseppe ai domiciliari questa detenzione non permetteva nemmeno alla compagna di ricevere gli affetti più stretti. Questo sciopero a qualcuno non va bene e distruggendo qualunque giustizia ed il sano diritto alla parola, Giuseppe giorno 3 marzo viene arrestato e portato in carcere ad Enna dove inizia lo sciopero della fame che va avanti fino al 15 di marzo, giorno in cui a quello della fame si aggiunge anche lo sciopero della sete. Il fatto che lui sia arrivato a questo è vergognoso, discriminatorio e non fa altro che confermare il fatto che Giuseppe Camerino sia perseguitato dalle istituzioni che non vogliono che lui faccia attività politica, che hanno paura del fatto che lui informi le persone che non devono essere informate perché devono restare ignoranti. Il semplice fatto che lui in questo momento sia rinchiuso e non sia a casa a godersi l'amore della sua famiglia non fa altro che confermare che le istituzioni non hanno rispetto per il diritto di protestare. È un diritto di tutti fare proteste non violente, è sacrosanto e deve essere rispettato! Questo non è successo, anzi un attivista è stato punito per aver espresso una semplice volontà, ovvero che ad una mamma non venisse negato l'amore e l'affetto dei suoi genitori. Per questo Camerino si trova adesso lontano da casa. Per quanto ancora dovrà sopportare questo bullismo da parte delle istituzioni? 

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